Signor Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Sen. Nello MUSUMECI, Signor Vice Ministro per gli Affari Internazionali del Ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo, Yoshimichi TERADA, caro amico Commissario Generale per l’Italia a Expo Osaka 2025, Amb. Mario VATTANI, intervengo con piacere per introdurre questa interessante discussione, convinto che offrirà riflessioni importanti su come garantire la competitività delle nostre attività marittime, preservando l’ambiente e contribuendo a una crescita sostenibile.
L’incontro di oggi, frutto dell’impegno del Dipartimento per le Politiche del Mare, è l’occasione per celebrare ciò che da sempre unisce Italia e Giappone: il mare. Non solo una rotta per i commerci o una fonte di risorse, ma un motore costante d’innovazione, che spinge l’uomo a superare i propri limiti, a esplorare terre lontane, a connettere popoli e culture, a generare nuove idee e tecnologie.
E proprio dal mare hanno avuto inizio le relazioni tra l’Italia e il Giappone. Nel 1866, l’arrivo della corvetta “Magenta” nel porto di Yokohama, sotto il comando di Vittorio Arminjon, portò alla firma del primo Trattato di Amicizia e di Commercio fra i nostri Paesi. A quasi 160 anni da quell’accordo, l’Italia e il Giappone vivono una relazione ancora più stretta, un partenariato strategico che vede sempre più i due Paesi coordinarsi nello sviluppo delle politiche che condizionano la vita dei propri cittadini, dai grandi temi di politica estera alla duplice grande sfida della decarbonizzazione e della digitalizzazione della società.
Nel quadro del Piano d’Azione 2024-2027, definito dai Capi di Governo Giorgia Meloni e Fumio Kishida a margine del G7 in Italia, anche le politiche marittime trovano spazio per una maggiore cooperazione, con nuovi ambiti su cui lavorare insieme, come la sostenibilità delle risorse marine, lo sviluppo delle infrastrutture, la protezione degli ecosistemi marini, ma anche lo sviluppo delle tecnologie per la navigazione e l’esplorazione sottomarina, come ben si vede anche nelle installazioni del nostro bellissimo Padiglione.
In questo contesto, La sua visita, illustre Ministro Musumeci, è un particolare segno di attenzione dell’Italia a questo rapporto speciale con il Giappone: nei prossimi giorni, gli incontri che avranno luogo a Tokyo daranno ulteriore seguito a questa collaborazione che è già di successo.
Il mare rappresenta per l’Italia una risorsa strategica, motore di progresso sia per l’industria sia per la ricerca scientifica. Il nostro Paese è testimone ogni giorno della forza di questo dialogo tra settore produttivo e ambito accademico, capace di generare risultati di eccellenza riconosciuti a livello internazionale.
La cantieristica navale italiana si distingue per qualità e innovazione, mentre pesca e acquacoltura si stanno orientando con decisione verso modelli sempre più sostenibili e rispettosi dell’ecosistema marino. Le nostre università e i centri di ricerca sono punti di riferimento globali nello studio della biodiversità, nell’avanzamento delle biotecnologie applicate al mondo marino e nello sviluppo di sofisticati sistemi di monitoraggio.
Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza testimonia la centralità del mare nelle politiche italiane, destinando 6,6 miliardi di euro allo sviluppo sostenibile delle attività marittime. Quest’impegno si traduce concretamente nell’ammodernamento delle flotte, nella riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti marittimi, nel rinnovamento e nell’elettrificazione dei porti e nello sviluppo di impianti offshore per la produzione di energia rinnovabile. A ciò si aggiunge la rigenerazione degli habitat marini e l’adozione delle più moderne tecnologie digitali e robotiche, che favoriscono una gestione lungimirante e responsabile delle nostre risorse.
Grazie a questi interventi, la blue economy italiana ha raggiunto nuovi traguardi: oggi vale quasi 65 miliardi di euro e offre occupazione a un milione di persone, assicurando al nostro Paese una posizione di vertice in Europa per competitività e capacità d’innovazione nel settore marittimo. Gli ultimi investimenti hanno rafforzato il legame tra ricerca scientifica e mondo produttivo, incrementando l’occupazione e contribuendo anche allo sviluppo delle aree del Paese meno connesse.
Per l’Italia, il mare è molto più che una risorsa economica: è un attrattore turistico, un laboratorio di ricerca, uno strumento per divulgare l’attenzione ai temi della sostenibilità e della cooperazione internazionale. In questa cornice, il dialogo e la collaborazione con il Giappone assumono un’importanza crescente.
Le nostre visioni sul futuro del mare convergono, consentendoci di avviare collaborazioni sempre più ambiziose. Possiamo condividere buone pratiche in materia di gestione sostenibile delle risorse marine, sviluppare insieme tecnologie avanzate per porti e trasporti intelligenti, promuovere progetti comuni sulla digitalizzazione e sul monitoraggio ambientale, nonché impegnarci congiuntamente nella protezione della biodiversità.
Sono sfide impegnative, che richiedono dialogo, spirito di collaborazione e piattaforme condivise. In questo senso, l’Italy-Japan Business Group, che già raggruppa aziende che investono in Italia e in Giappone, potrebbe utilmente sviluppare un nuovo cluster dedicato al mare, per creare ancora più occasioni per nuovi progetti e scambi di competenze. Sono infatti fermamente convinto che, lavorando insieme, Italia e Giappone potranno confermare la loro leadership globale anche nella valorizzazione e nella protezione del mare, coniugando lo sviluppo economico con la tutela ambientale.