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Intervento dell’Ambasciatore d’Italia, Gianluigi Benedetti in occasione dell’evento “Italia e Giappone: la cooperazione nel campo della protezione civile e scambio di buone pratiche” (Tokyo, 24 luglio 2025)

Signor Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Sen. Nello MUSUMECI, gentili ospiti, Signore e Signori, ho il piacere di darvi il benvenuto all’Ambasciata d’Italia a Tokyo per questo evento dedicato alle collaborazioni tra l’Italia e il Giappone in tema di protezione civile.

 

Si tratta di un settore critico per ogni Governo: proteggere i propri cittadini è la responsabilità più importante per i governanti e farlo puntando sulla prevenzione e sulla capacità di fornire soluzioni veloci e modulabili in caso di emergenza è la grande sfida che Italia e Giappone vivono in questo periodo storico.

 

Sebbene siano stati fatti passi avanti nella prevenzione e nella gestione delle catastrofi naturali, l’aumento dei fenomeni atmosferici estremi e il ripensamento dell’assistenza alla popolazione con una maggiore inclusività per le fasce più fragili ci portano oggi a ripensare l’approccio alla protezione civile in Italia come all’estero.

 

Su questo tema l’Italia e il Giappone hanno molto da imparare dall’esperienza dell’altro. Il Primo Ministro Ishiba ha dedicato molta attenzione allo sviluppo della protezione civile e durante i recenti colloqui con il Presidente del Consiglio e con il Presidente della Repubblica ha proposto di approfondire la collaborazione con l’Italia. Oggi, Signor Ministro, con la sua missione e i suoi incontri, diamo seguito a questo auspicio, gettando le basi per una cooperazione più stretta tra i nostri Paesi.

 

L’Italia è stato tra i primi in Europa a dotarsi di un Servizio nazionale di Protezione civile e dal 1992 ha un’organizzazione moderna e strutturata per la gestione delle emergenze, capace di integrare in modo efficiente istituzioni nazionali, enti locali, Forze Armate, volontariato e settore privato.

 

Uno dei tratti distintivi del nostro sistema — e motivo di orgoglio — è la capacità di risposta modulabile. A seconda dell’intensità e della natura dell’emergenza, il sistema italiano attiva gradualmente le risorse di Stato, Regioni, Province e Comuni, distribuendo le competenze in modo proporzionato e flessibile.

 

Questa architettura permette di agire con rapidità, evitando sprechi e ottimizzando l’impiego di mezzi e professionalità dove sono realmente necessari. Esperienze recenti di terremoti e inondazioni in Emilia-Romagna e nelle Marche, testimoniano l’efficacia di questo approccio.

 

Accanto all’esperienza italiana, anche il Giappone rappresenta un punto di riferimento internazionale in materia di protezione civile, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione.

 

In questi anni ho avuto modo di provare direttamente i sofisticati sistemi di allerta per terremoti e tsunami e di apprezzare la partecipazione attiva dei cittadini, periodicamente coinvolti in esercitazioni di massa e in campagne informative.

 

Questa cultura della prevenzione, sostenuta dal costante aggiornamento delle tecnologie e da investimenti nella resilienza delle infrastrutture, rappresenta per noi italiani un modello da studiare e da adattare alle nostre specificità. Viceversa, il nostro sistema di risposta modulabile alle emergenze, la nostra assistenza nei campi e la nostra organizzazione di volontariato, sono modelli che interessano molto le autorità giapponesi. Questa complementarietà assicura, quindi, la possibilità di sviluppare una cooperazione bilaterale di reciproco interesse.

 

Prima di concludere, vorrei anche ricordare che su questi temi, il rapporto tra italiani e giapponesi è molto forte anche a livello di popolazioni. Sono infatti tanti gli episodi di solidarietà reciproca: dal sisma dell’Aquila a quello del Tohoku, fino ai recenti terremoti che hanno interessato l’Italia Centrale e la penisola di Noto in Giappone, i casi di sostegno reciproco a livello individuale sono moltissimi. In proposito, oggi ascolteremo la testimonianza della Presidente del Comitato degli italiani all’estero di Tokyo, Cristina Morini su quanto fatto dalla comunità italiana in Giappone in occasione del maremoto e dello tsunami che ha colpito Fukushima nel 2011.

 

Gentili ospiti, le sfide che affrontiamo oggi sono sempre più complesse. Unendo le nostre rispettive esperienze e competenze, Italia e Giappone possono certamente sviluppare capacità di prevenzione, pianificazione e risposta ancora più efficaci. Progetti congiunti di ricerca, scambi di personale specializzato, esercitazioni congiunte e la creazione di piattaforme comuni per la condivisione di dati e tecnologie possono offrire soluzioni innovative ed efficaci per progredire insieme verso nuove frontiere nella riduzione dei rischi dovuti a calamità.

 

Con questo auspicio, ringrazio quindi ancora una volta il Ministro Musumeci per aver voluto sottolineare con la sua missione in Giappone la volontà del Governo italiano di consolidare la collaborazione – direi di creare un’alleanza – in un settore veramente strategico per i nostri Paesi e assolutamente cruciale per garantire la sicurezza e la prosperità delle nostre popolazioni.