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Intervento dell’Ambasciatore d’Italia Gianluigi Benedetti all’inaugurazione della mostra “L’Atlante Farnese e i tesori del Padiglione Italia all’Expo di Osaka 2025” (Osaka, 24 ottobre 2025)

Autorità, amici del Giappone e dell’Italia, signore e signori, è per me un grande onore inaugurare oggi, insieme a voi, questa straordinaria mostra che riunisce alcuni dei capolavori più emblematici del Padiglione Italia all’Expo di Osaka 2025.

Desidero anzitutto salutare il Commissario Generale del Padiglione Italia, amico e collega Ambasciatore Mario Vattani, il Direttore dell’Osaka City Museum of Fine Arts, Sakae Naito, la Managing Director di Asahi Shimbun, Reiko Horikoshi e il Vice Sindaco di Osaka Tsuyoshi Yamamoto. Complimenti vivissimi a tutti per questa iniziativa di altissimo valore culturale!

Expo Osaka 2025 ha rappresentato per il nostro Paese una vetrina di eccezionale successo. Il Padiglione Italia, il più popolare e tra i più visitati e apprezzati dell’Esposizione, ha incarnato la nostra idea di futuro: un futuro costruito sulla bellezza, l’innovazione e la sostenibilità. La risposta entusiasta del pubblico giapponese è per noi motivo di orgoglio e di incoraggiamento a proseguire nella direzione di una diplomazia culturale viva, partecipata e creativa.

Come sapete, dal 2023 Italia e Giappone sono legati da un Partenariato Strategico e in questa cornice un Piano d’Azione fissa gli obiettivi principali fino al 2027 per rafforzare la collaborazione nei settori della sicurezza, della cooperazione economica, in quella scientifica e tecnologica e in quella culturale.

La mostra che inauguriamo oggi si inserisce in questo percorso e ci accompagna fino all’inizio del 2026, di fatto aprendo le celebrazioni del centosessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone.

Non potevamo iniziare queste celebrazioni nel modo migliore. Infatti all’inizio dell’era Meiji, nei primissimi anni della nostra storia comune, furono proprio importanti maestri italiani – cito in particolare Felice Beato, Edoardo Chiossone, Antonio Fontanesi e Vincenzo Ragusa – a portare in Giappone le conoscenze e le tradizioni artistiche italiane.

Da allora abbiamo assistito senza sosta a una straordinaria fioritura di scambi culturali, dalla musica alle arti figurative, dall’architettura al teatro e le numerose iniziative sviluppate intorno all’Expo hanno rafforzato questa presenza culturale italiana in Giappone e creato nuove occasioni e opportunità di collaborazione e questa bellissima mostra, che è già tutta esaurita prima ancora di aprire i battenti, ne è un chiarissimo esempio.

Vorrei ringraziare il Ministero della Cultura italiano e i Musei prestatori – il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Galleria Nazionale dell’Umbria e la Biblioteca Ambrosiana di Milano – per la generosità e la visione con cui hanno partecipato a questa straordinaria azione di diplomazia culturale e di promozione internazionale delle straordinarie tradizioni artistiche e scientifiche italiane.

Rivolgo un ringraziamento particolare al Commissario Generale per il Padiglione Italia che ha concepito e realizzato un’iniziativa che non solo riafferma la funzione della cultura come ponte tra i nostri Paesi e i nostri popoli, ma apre la strada a future collaborazioni congiunte tra musei e istituzioni italiane e giapponesi.

Tengo infine a esprimere la mia gratitudine più profonda a tutti gli amici giapponesi che hanno reso possibile questa straordinaria avventura, a tutti voi che questa sera siete qui presenti e a tutti i visitatori che affolleranno queste sale nei prossimi mesi. La bellezza dell’arte italiana trova in Giappone un pubblico colto, sensibile e curioso: è nei vostri occhi, nella vostra attenzione e nel vostro entusiasmo che il messaggio dell’Italia trova la sua eco più autentica.

Grazie a tutti, arigatō gozaimasu.