Gentili signore e signori,
anche qui a Tokyo, come in tutta Italia e nelle sedi diplomatiche nel mondo, ci ritroviamo oggi per onorare il Giorno della Memoria.
A 79 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, è ancora importante conoscere e ricordare la tragedia della Shoah, una pagina oscura della Storia che non possiamo permettere che cada nell’oblio.
Ricordiamo la Shoah come la più grande violazione dei diritti umani di sempre, una ferita così da grave da far coniare un nuovo termine, quello di “genocidio”.
Conoscere i fatti storici di quegli anni, anche attraverso le vicende personali dei protagonisti – spesso involontari, come il piccolo Guido Levi – serve a capire davvero la portata di quell’avvenimento e a motivare tutti noi affinché ciò non si ripeta più. Pensare, invece, che il tema non ci riguardi, è il primo passo verso un abisso di indifferenza e dolore che può sempre ripresentarsi.
Negli anni in cui ho rappresentato l’Italia presso l’International Holocaust Remembrance Alliance e poi come Ambasciatore in Israele, è stata elaborata una definizione di antisemitismo che è stata poi alla base di leggi nazionali e risoluzioni internazionali.
Questi strumenti, oltre a una importante azione di istruzione e sensibilizzazione sul tema, sono fondamentali per prevenire e reprimere i crimini d’odio.
Credo che non ci sia modo migliore di imparare questa lezione che attraverso l’esperienza diretta di Guido Levi che ci viene presentata oggi da sua figlia Francesca.
Il prezioso lavoro di testimonianza di tanti sopravvissuti alla Shoah, come anche la Senatrice Liliana Segre, è la più viva rappresentazione della resilienza umana di fronte alle atrocità e alla brutalità dell’Olocausto. Attraverso le storie personali emergono infatti non solo gli orrori del passato, ma anche la straordinaria forza e determinazione di coloro che hanno resistito e superato tali tragedie.
In un mondo in cui la memoria storica può svanire nel tempo, le testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah assumono un ruolo fondamentale nell’educare le persone sulle conseguenze dell’indifferenza e dell’odio. Queste storie ci chiamano all’azione, spingendoci a promuovere la tolleranza, il rispetto e la comprensione reciproca.
Questo evento, quindi, non è solo un’occasione per ricordare e onorare coloro che hanno sofferto, ma anche per celebrare la forza dello spirito umano nel perseguire la giustizia e nell’opporsi al male.
Ringrazio Manuela De Leonardis per la cura editoriale di questo progetto, Giusy Lauriola per le straordinarie illustrazioni, Ermanno Tedeschi per essere venuto apposta a Tokyo per questa occasione e Silvana De Maio e l’Istituto Italiano di Cultura Tokyo per aver reso possibile questo incontro.