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Intervento dell’Ambasciatore d’Italia, Gianluigi Benedetti, in occasione del sessantesimo anniversario dell’inaugurazione della Residenza dell’Ambasciata d’Italia in Giappone (Tokyo, 8 aprile 2025)

Gentili ospiti, è grande l’emozione nel darvi oggi il benvenuto qui, in questa splendida Residenza, nel sessantesimo anniversario della sua inaugurazione, il “Kanreki” di questo luogo speciale.

 

Nel 1965, questa casa è risorta dalle ceneri del drammatico bombardamento di Tokyo della primavera 1945 ed è tornata a rappresentare l’Italia in Giappone grazie al genio creativo di tre brillanti architetti: Pierfrancesco Borghese, Masachika Murata  e Chiara Briganti che realizzò il progetto di arredo interno.

 

Questa Residenza simboleggia l’incontro tra la tradizione italiana e quella giapponese e si inserisce armoniosamente nello storico giardino di epoca Edo, realizzato e preservato dai daimyo Matsudaira e poi abbellito dal famoso uomo politico Matsukata Masayoshi.

 

In questi sei decenni, sono stati ospitati in questo luogo Sua Maestà l’Imperatore Showa, diversi Primi Ministri del Giappone, nonché importanti personalità italiane del mondo politico, imprenditoriale, della cultura e dello sport.

 

Di recente, abbiamo avuto l’onore di ricevere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è rimasto colpito dalla ricercatezza dello stile della casa e dalla magia del giardino.

 

Questi due tesori nel cuore di Tokyo sono per noi un grande orgoglio e dallo scorso anno abbiamo voluto renderli visitabili anche a tutti gli amici giapponesi attraverso visite guidate che organizziamo tre volte all’anno in collaborazione con il Comune di Minato.

 

Oggi, in questa circostanza così speciale, sono onorato di ricevere dalla cittá di Fukuyama, conosciuta come la “città delle rose”, alcuni esemplari delle sue bellissime rose.

 

Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine al Sindaco Naoki Edahiro per queste ricercate “Mystery Rose”, scoperte nel suo territorio nel periodo Edo e da allora diventate il prodotto di punta della floricultura locale.

 

Gesti come questo dimostrano che la diplomazia non si limita alle parole o agli accordi formali; essa vive anche attraverso gesti simbolici tra le persone che rafforzano l’amicizia e la cooperazione tra le nostre nazioni.

 

Queste bellissime rose saranno ammirate da tutti coloro che visiteranno la Residenza e renderanno questo giardino ancora più bello e significativo.

 

Sessanta anni fa, l’Ambasciatore Coppini concluse il suo breve discorso di inaugurazione della Residenza augurando che in questa casa la vita dei suoi successori potesse scorrere serena e feconda. Così è stato per me e la mia famiglia e lo stesso auguro ai miei successori.

 

Ringrazio tutti voi per aver voluto condividere con noi la gioia di questa significativa giornata.