Gentili ospiti, Signore e signori, sono molto felice di dare il benvenuto in Giappone al Premio “Tokyo-Roma, Parole in Transito”.
Da ormai quattro anni seguo con attenzione e curiosità le novità letterarie presentate in questa competizione dalla Fondazione Italia-Giappone – per cui rivolgo un sentito ringraziamento al Presidente Ambasciatore Umberto Vattani – e sono davvero entusiasta che questa speciale premiazione si tenga, per la prima volta, a Tokyo.
Un ringraziamento anche alla Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura Silvana De Maio per l’ospitalità, ai nostri due partner d’eccezione: lo Yomiuri Shimbun, rappresentato dal Presidente dell’Ufficio di Osaka Takayuki Tanaka e la Regione Lazio, rappresentata dall’Assessore alla Cultura Simona Baldassarre. Saluto infine il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in questi giorni in Giappone per una missione tra Osaka e Tokyo.
In questi anni ho avuto modo di vedere, con soddisfazione, la crescita e il consolidamento di questo Premio: una realtà unica nel panorama letterario, che unisce autori e traduttori in un premio condiviso, che valorizza la capacità di tramandare storie e sensibilità oltre i confini linguistici.
Si tratta di un premio che interpreta perfettamente lo spirito del legame fra Italia e Giappone: due Paesi che, sebbene distanti geograficamente, dimostrano una profonda affinità di vedute, valori e sentimenti e oggi collaborano nel quadro di un “Partenariato Strategico” governativo, basato su un pilastro politico, uno economico e uno culturale e scientifico.
Se la diplomazia e l’economia consolidano i nostri rapporti soprattutto sul piano istituzionale, è mediante la cultura, la lingua, la letteratura e la scienza che i nostri popoli vengono a conoscersi realmente, in profondità. Lo testimoniano le numerose iniziative realizzate nell’anno, fra le quali spiccano quelle organizzate nel Padiglione Italia all’Expo di Osaka, che ha riscosso un immenso successo grazie all’infaticabile e intelligente opera del Commissario Generale, amico e collega Mario Vattani.
In ambito culturale, sono soprattutto la letteratura e la traduzione a rivelarsi come strumenti straordinari di avvicinamento e di comprensione reciproca tra Italia e Giappone. Infatti, tradurre un’opera non è solo trasporre parole da una lingua all’altra, ma veicolare mondi, atmosfere e sentimenti, costruire ponti ideali che consentono a ogni lettore di partecipare all’esperienza universale dell’immaginazione e della narrazione. Si crea così uno spazio comune, dove le grandi tradizioni narrative dei nostri Paesi si incontrano e si arricchiscono reciprocamente.
In questa edizione celebriamo con particolare gioia l’ultimo grande successo di Haruki Murakami, “La città e le sue mura incerte”, magistralmente tradotto in italiano da Antonietta Pastore. In quest’opera, le mura incerte simboleggiano le fragili barriere fra realtà e immaginazione, fra noto e ignoto, una potente metafora della condizione umana e del rapporto con la città stessa. La narrativa di Murakami diventa così un ponte prezioso per avvicinare culture e per riflettere sul valore del confine tra memoria e creatività, solitudine e connessione.
Ecco la vera forza del pilastro people-to-people: i legami più duraturi nascono soprattutto dall’ammirazione, dalla curiosità e dal rispetto reciproco che scaturiscono dal contatto diretto con l’arte, con il pensiero, con la parola.
In questo spirito, faccio le mie congratulazioni al Maestro Murakami e ad Antonietta Pastore per questo prestigioso riconoscimento e rinnovo il mio apprezzamento alla Fondazione Italia-Giappone per aver creato e portato avanti questo Premio, riconoscendo il ruolo insostituibile della traduzione come ponte ideale fra i nostri popoli.
Concludo sottolineando che anche grazie a questa iniziativa e all’impegno costante dei promotori e degli autori, la collaborazione fra Italia e Giappone continuerà a svilupparsi in una vera e propria alleanza culturale oltre che politica ed economica.