Signor Vice Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Friuli-Venezia Giulia, Commissario Generale del Padiglione italiano a Expo Osaka-Kansai, rappresentanti delle istituzioni e delle aziende italiane e giapponesi, buongiorno a tutti e grazie anzitutto per i preziosi spunti di riflessione e proposte che abbiamo ascoltato nella mattinata di oggi per incrementare le opportunità di investimento tra Italia e Giappone.
Si tratta di un tema sul quale l’Ambasciata – insieme agli Uffici dell’ICE e della Banca d’Italia a Tokyo – lavora con grande attenzione: quello odierno rappresenta, infatti, il quinto evento in Giappone sull’attrazione investimenti negli ultimi 2 anni e mezzo.
Tra Paesi legati da un “Partenariato Strategico” che guarda nel lungo periodo, una parte significativa della crescita delle nostre relazioni bilaterali dipenderà dalla capacità reciproca di aumentare le collaborazioni industriali e gli investimenti diretti, soprattutto nei settori più avanzati che consentiranno anche un proficuo scambio di tecnologia e di risorse umane di talento, integrazione industriale e maggiori flussi commerciali.
Negli ultimi anni, flussi e stock di investimenti dal Giappone verso il nostro Paese e viceversa sono cresciuti, ma a un ritmo inferiore rispetto ad altri Paesi e soprattutto al potenziale dei nostri sistemi industriali e dei nostri mercati. C’è quindi spazio per fare di più.
Negli interventi che mi hanno preceduto, è stato sottolineato che il Giappone è un investitore altamente selettivo, orientato verso mercati sicuri, regolamentati e pienamente integrati nei circuiti economici globali.
Da questo punto di vista, mi sembra che l’Italia abbia tutte le carte in regola.
L’accresciuta credibilità sui mercati internazionali, certificata di recente anche dall’outlook positivo delle agenzie di rating, e la stabilità dell’attuale Governo hanno senz’altro rafforzato l’immagine del nostro Paese in ambito internazionale.
Inoltre, grazie alla progressiva introduzione di misure fiscali vantaggiose per gli investitori stranieri e – consentitemi di sottolinearlo – anche grazie allo straordinario lavoro svolto dalle Regioni con iniziative mirate, tra cui quella illustrata oggi, l’Italia si presenta oggi più che mai come un Paese nel quale è vantaggioso investire.
Ma la strategia di investimento giapponese è anche estremamente mirata e in una logica di sicurezza economica, tema molto caro anche all’Italia, si concentra soprattutto sull’acquisizione di asset produttivi, tecnologici e infrastrutturali utili a costruire filiere integrate per alimentare il proprio tessuto produttivo. In questa logica rientra, ad esempio, il recente investimento della JV tra Toshiba e Mitsubishi (TMEIC) a Bari.
Da questo punto di vista, l’Italia è certamente attraente, ma è fondamentale compiere ulteriori passi avanti, soprattutto per far comprendere agli investitori giapponesi – oltre ai grandi gruppi industriali si stanno muovendo anche grandi operatori finanziari come Nomura – che il sistema industriale italiano è ampio e diversificato, ma soprattutto altamente evoluto, tecnologico e pienamente affidabile, anzi, in alcuni settori, addirittura leader mondiale.
Non voglio certo dire che i giapponesi ci considerino ancora come il paese delle famose tre “F” – Food, Fashion, Furniture – ma certamente non siamo ancora il partner di riferimento in moltissimi settori ad alta tecnologia nei quali i giapponesi guardano prioritariamente ad altri Paesi europei.
Su questo fronte serve quindi un maggiore impegno “di Sistema” da un lato per promuovere e far conoscere meglio a una platea molto ampia di aziende e investitori giapponesi le nostre realtà industriali, tecnologiche e scientifiche settoriali e dall’altro per accompagnare sul mercato giapponese un maggior numero di aziende tecnologiche italiane in modo che siano proprio le storie di successo in Giappone a catturare l’attenzione dei giapponesi, come fanno quelle di Marposs, De Nora, Pirelli, Brembo, Luxottica, Danieli, Bracco e Leonardo per citare le più grandi e note che però sono ancora poche.
I settori sui quali puntare sono molteplici e li abbiamo identificati rilanciando l’Italy-Japan Business Group nel quadro del Partenariato Strategico. Mi riferisco alle nuove tecnologie di frontiera, dall’intelligenza artificiale al quantum computing ai semiconduttori di nuova generazione; all’energia verde e all’idrogeno; alla robotica di servizio; alla mobilità che non è solo automotive; allo spazio che offrirà presto anche opportunità di produzione in assenza di gravità; al grande comparto delle scienze della vita e al settore dell’agritech, cosi importanti per i nostri due Paesi.
Tutti questi ambiti rappresentano a mio avviso i settori prioritari per rafforzare nel lungo periodo l’integrazione industriale tra i nostri Paesi e di conseguenza anche le collaborazioni scientifiche e tecnologiche e i flussi commerciali.
Mi soffermo in particolare su quest’ultimo aspetto perché la struttura del nostro interscambio mette proprio in evidenza come una maggiore integrazione industriale consentirebbe di accrescere anche il livello del nostro interscambio commerciale facendo crescere da un lato le esportazioni italiane di beni intermedi e industriali che oggi sono ancora molto limitate rispetto ai beni di consumo e dall’altro anche le esportazioni giapponesi, favorendo una bilancia commerciale più equilibrata in una logica “win-win”.
In questa prospettiva, sottolineo che il Piano d’Azione per l’Export italiano in Asia e in particolare in Giappone, recentemente presentato proprio in questa sala dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, potrà giocare un ruolo determinante sia sul piano della promozione delle nostre eccellenze sia su quello di accompagnamento delle aziende italiane in Giappone.
Concludo ringraziando nuovamente il Vice Ministro Valentini e il Presidente Fedriga per il loro costante impegno sul tema dell’attrazione degli investimenti e per aver voluto sottolineare l’amicizia tra Italia e Giappone visitando l’Esposizione Universale di Osaka-Kansai.
Ai nostri amici investitori giapponesi dico “Italy is open for business!” e aggiungo che siete tutti invitati a partecipare alla prossima riunione dell’Italy Japan Business Group che si terrà a Roma il 13 maggio per incontrare tante aziende italiane con le quali sono certo che sarà possibile realizzare collaborazioni e partenariati anche in settori oggi ancora inesplorati.
Grazie.