Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Saluto dell’Ambasciatore d’Italia, Gianluigi Benedetti in occasione di un ricevimento in Ambasciata con l’On. Kishida, l’On. Kihara, membri della Dieta e il Presidente della Sasakawa Peace Foundation (Tokyo, 19 giugno 2025)

Onorevole Kishida, onorevoli Rappresentanti della Dieta, Presidente Sunami.

 

Dipingere in poche parole l’immagine di un Paese millenario è un’ardua impresa, ma cercherò, se siete pronti a seguirmi in un piccolo esercizio mentale, di accompagnarvi in una breve passeggiata attraverso l’Italia.

 

Immaginatevi di fare un viaggio parallelo, come se aprissimo sul computer due finestre, fianco a fianco, che ci consentano di sorvolare Italia e Giappone. Due arcipelaghi di storia, cultura e innovazione, separati da migliaia di chilometri ma uniti da un filo invisibile, fatto di sfide comuni e di opportunità.

 

Come amava dire Leonardo da Vinci, “La semplicità è l’ultima sofisticazione”. E proprio nella capacità di rendere semplice e attraente il nostro sistema, l’Italia trova oggi la chiave per rafforzare vecchie amicizie e conquistare nuovi partner e nuovi investitori. E chi, se non il Giappone, sa apprezzare la forza della semplicità.

 

Le nostre sono economie avanzate, caratterizzate da una forte presenza di piccole e medie imprese, da una ricca tradizione manifatturiera e da una straordinaria capacità a trasformare le sfide in opportunità.

 

Vantiamo imponenti reti interconnesse di distretti industriali e una spiccata vocazione all’innovazione. E siamo entrambi chiamati ad affrontare sfide simili, quali l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico, che rendono ancora più acuta l’esigenza di automazione e digitalizzazione intelligente, senza però sacrificare la meticolosa attenzione alla qualità che ci contraddistingue.

 

Proseguendo questo percorso parallelo attraverso i nostri territori emergono raffronti significativi.

La Lombardia, cuore pulsante dell’economia italiana, richiama la regione di Kanto, dove Tokyo detta, silenziosamente, i ritmi dell’innovazione asiatica – e mondiale. Entrambe sono motori finanziari e industriali. La Lombardia si distingue per la sua straordinaria varietà: oltre 800.000 imprese, con eccellenze nella meccanica, elettronica, chimica, farmaceutica, moda e design, proiettate verso ogni angolo del pianeta.

 

L’Emilia-Romagna, il Chubu italiano, è la terra dei motori e dell’innovazione industriale. Qui nascono auto e moto leggendarie, ma la regione è anche leader nell’agroalimentare – dal Parmigiano al prosciutto – nella ceramica e nella meccanica di precisione. La sua forza sta nei distretti industriali e nella capacità a connettere imprese, università e centri di ricerca.

 

La Toscana, culla dell’arte e della cultura, ci ricorda il Kansai, patria di Kyoto e Osaka, dove oggi la nostra collaborazione ad EXPO riconferma l’amicizia fra i nostri Paesi. Ma oltre al turismo e al patrimonio storico, la Toscana è protagonista nel settore farmaceutico. Firenze e Siena, città d’arte per antonomasia, sono poli di ricerca e di produzione di vaccini. Piombino rilancia la siderurgia con investimenti in corso per oltre 2 miliardi di euro.

 

Le principali isole italiane, come quelle giapponesi, sono terre di agricoltura, energia e innovazione. La Sicilia è famosa per agrumi, olio, formaggi e vini di qualità, ma anche per i poli industriali di Catania, che ospita l’Etna Valley dell’elettronica, e di Siracusa, nota per il settore petrolchimico. La Sardegna, oltre al turismo, vanta poli di ricerca in microelettronica, biotecnologie e energia verde.

 

Tutto ciò poggia su un sistema governativo e regionale efficace, integrato nel contesto europeo e capace di restare attraente e competitivo in un mondo segnato da mutamenti tecnologici e tensioni geopolitiche.

Strumento fondamentale in questo quadro è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che, con investimenti per 191,5 miliardi di euro, sta riparando i danni della pandemia, riducendo i divari territoriali e accompagnando la doppia transizione ecologica e digitale.

 

Ad esso si sono associate una serie di riforme strutturali. Un’importante semplificazione amministrativa, con un’enfasi verso la digitalizzazione; una riforma fiscale, mirata anche al rilancio del Sud; una riforma giudiziaria che facilita la risoluzione delle dispute commerciali; e il cd. “Piano Industria 4.0”, che aiuta le PMI ad accedere al credito e a far uso delle nuove tecnologie.

 

Grazie anche a questi interventi, i progetti di investimento estero in Italia sono quasi raddoppiati rispetto al periodo pre-pandemico. Nel 2023, l’Italia ha attratto 32,6 miliardi di dollari in investimenti esteri.

 

Galileo Galilei diceva, “Dietro ogni problema c’è un’opportunità”. Questo spiega l’efficacia dell’Italia, composta come il Giappone da territori diversi e complementari che sanno reinventarsi, aziende all’avanguardia e una cultura profonda capace di trasformare ogni sfida in crescita.

 

Sul fronte estero, l’Italia si muove lungo pilastri consolidati. L’integrazione europea. Il rapporto transatlantico. L’attenzione verso il vicinato mediterraneo e il continente africano, evidenziata anche dal Piano Mattei del Presidente Meloni, che l’Italia avrà l’onore di presentare in occasione di TICAD 9 il prossimo 22 agosto.

 

Come il Giappone, sosteniamo il multilateralismo, dall’ONU ai fori più ristretti come il G7, cui riconosciamo grande valenza strategica. Oltre alla tradizionale vicinanza all’America Latina, abbiamo inoltre accresciuto enormemente in questi anni i nostri rapporti con l’Indo-Pacifico, rafforzando in particolare – grazie anche all’importante contributo dell’Onorevole Kishida – gli storici legami con il Giappone.

Parleremo sicuramente a cena dell’eccellente andamento del nostro rapporto bilaterale, di cui mi limito quindi a citare alcune recenti pietre miliari: il Partenariato Strategico avviato nel 2023; il Piano d’Azione 2024-2027, che lo ha reso ancor più concreto e operativo; il programma GCAP, che costituisce un terreno di lancio non solo per le nostre aeronautiche, ma anche per ampliare ulteriormente la nostra collaborazione industriale.

 

Gentili Onorevoli. Ogni Ambasciatore che si avvicina al termine del suo mandato vorrebbe tracciare un bilancio ricco di progressi. Ho il privilegio di poterlo fare, grazie allo straordinario lavoro svolto da entrambi Paesi in questi anni. E di poter contare su un successore, che è qui con noi stasera, che è anche lui un grande amico del Giappone e con cui l’amicizia e la collaborazione italo-giapponese non potranno che continuare a crescere.

 

Grazie