Cari amici della Penisola di Miura, sono molto lieto di partecipare con questo videomessaggio ai lavori del “Simposio per la Promozione della Penisola di Miura 2023”.
L’Italia e il Giappone condividono una lunga storia di amicizia e cooperazione, basata sul rispetto e la difesa di valori comuni, ma anche sul nostro attaccamento alle tradizioni e su una grande propensione all’innovazione.
Questi forti legami si riflettono perfettamente nella penisola di Miura, che presenta straordinarie affinità con il territorio della penisola italiana e che rappresenta anche un luogo storico di incontro tra la cultura italiana e quella giapponese.
I rapporti con la penisola di Miura e la regione di Kanagawa risalgono addirittura al luglio del 1866, quando l’Ammiraglio Vittorio Arminjon e il suo equipaggio giunsero a bordo della pirocorvetta Magenta nella baia di Shimoda e da lì approdarono a Yokohama.
Vi trovarono una piccola comunità di commercianti di seta italiani che, giunti in Giappone dal Piemonte e dalla Lombardia, avevano avviato proficue relazioni tra i nostri Paesi. Non si insediarono nella Penisola di Miura per caso: riconobbero già allora le forti similitudini tra i nostri popoli, le caratteristiche comuni dei nostri territori e le opportunità di sviluppare relazioni economiche.
Infatti, la penisola di Miura era ed è ancora oggi, a distanza di un secolo e mezzo, una regione molto dinamica, la cui struttura economica si caratterizza per la presenza di importanti distretti tecnologici, ma anche per attrazioni turistiche di prim’ordine: dai templi e dalle tradizioni artigianali antichissime di Kamakura alle moderne marine di Hayama e Zushi. A ciò si uniscono le attività nel settore agro-alimentare e quelle legate al commercio ittico di Misaki e Maguchi.
Questa poliedrica realtà offre interessanti occasioni di collaborazione e scambi di buone pratiche con l’Italia. In tutti questi settori – innovazione tecnologica, promozione turistica, agro-alimentare, valorizzazione ambientale, urbanistica e architettonica del territorio – l’Italia ha infatti sviluppato negli anni una serie di attività e iniziative di successo.
Penso, ad esempio, alla straordinaria opera di recupero dei nostri borghi – i piccoli paesini italiani, disseminati su tutto il territorio nazionale – e dei centri storici delle nostre città. Un’operazione che ha mobilitato risorse pubbliche e private, riportando all’originaria bellezza piazze e palazzi antichi, che costituiscono oggi punti di aggregazione sociale e culturale.
In questo percorso di recupero urbano, si è sviluppato il cosiddetto “Albergo Diffuso”, una nuova forma di ospitalità un po’ casa e un po’ albergo, che sta prendendo piede anche in Giappone. Ma il grande risultato di questa opera di recupero è la diversificazione dell’offerta turistica, che consente oggi di portare importanti flussi turistici oltre le grandi città più note, in tante piccole, ma interessanti e piacevoli realtà locali.
E’ cosi letteralmente esploso il turismo montano, alla scoperta di parchi e rifugi di montagna; il turismo sportivo, con la realizzazione di grandi eventi sportivi, l’ultimo dei quali, la Ryder Cup di golf, svoltasi recentemente vicino a Roma, ha ottenuto un successo enorme; il ciclo-turismo, con percorsi che hanno consentito la riscoperta di strade antiche e di bellissime zone di campagna; il turismo eno-gastronomico, legato alla valorizzazione della cucina italiana tradizionale, ma anche ad una rivisitazione delle ricette in chiave “green”. Ne sono un esempio i ristoranti “a km zero” e gli agriturismo, ma anche la creazione delle “strade dell’olio” e le “strade del vino”, percorsi volti a promuovere le produzioni di eccellenza dei territori.
Infine, ma non ultimo, il turismo delle radici, cui il Ministro degli Affari Esteri italiano, Antonio Tajani tiene moltissimo, che rivolgendosi agli italiani e agli italo-discendenti residenti all’estero (circa 80 milioni di persone) punta alla riscoperta della conoscenza della storia familiare e della cultura delle proprie origini.
Ecco, su tutti questi temi credo che le comunità locali italiane potranno offrire alla Penisola di Miura esperienze e opportunità di collaborazione che arricchiranno ulteriormente le relazioni bilaterali tra Italia e Giappone.
Certo che questi spunti potranno animare il dibattito nel corso del vostro seminario, vi auguro buon lavoro e confermo che l’Ambasciata, insieme agli enti e alle istituzioni del Sistema Italia in Giappone, è pronta ad assistervi per promuovere e facilitare i legami tra la Penisola di Miura e le tante bellissime realtà territoriali italiane.
Grazie.