Oggi ricorre il 150° anniversario del Trattato d’Amicizia e di Commercio tra l’Italia e il Giappone, la cui firma, avvenuta il 25 agosto 1866, segnò l’avvio delle relazioni diplomatiche bilaterali.
Malgrado la lontananza geografica, i legami tra i nostri popoli risalgono quanto meno alla metà del Cinquecento, ben prima del Trattato. Dopo la firma del 1866, le relazioni tra Italia e Giappone si sono sviluppate con più forza, facendo leva su crescenti sentimenti di amicizia, stima e rispetto tra i rispettivi popoli.
Centocinquanta anni fa Italia e Giappone, antiche nazioni ma giovani Stati unitari, furono chiamati ad affrontare le sfide della modernizzazione e dell’industrializzazione in circostanze simili. Dopo il 1945, Italia e Giappone hanno condiviso la comune esperienza della ricostruzione e dello sviluppo, basata su solide fondamenta democratiche e sui valori dello stato di diritto, dei diritti umani e del libero mercato, un’esperienza che ha contribuito a rafforzare ancor più i rapporti bilaterali.
Anche oggi Italia e Giappone affrontano sfide importanti sul piano economico, sociale e demografico e sono impegnate in un’azione riformatrice volta alla promozione della crescita. La somiglianza fra le rispettive strutture economiche è la base di relazioni commerciali solide e flussi di investimento sempre maggiori.
Con l’odioso attacco terroristico di Dacca, che il 1° luglio scorso ha stroncato le vite di nove cittadini italiani e di sette giapponesi, Italia e Giappone si sono trovati nuovamente accomunati, stavolta nel dolore. Ai sentimenti di vicinanza e solidarietà si unisce, in questo difficile momento, la comune determinazione di una ferma risposta al flagello del terrorismo.
Sulla scena globale, i due paesi forniscono un rilevante contributo allo sforzo della comunità internazionale per garantire pace, stabilità e prosperità e condividono interessi e responsabilità nel consolidamento del rapporto tra Europa ed Asia. La prevista successione in ambito G7 tra l’attuale Presidenza giapponese e la futura Presidenza italiana nel 2017 fornirà l’occasione per rinsaldare ulteriormente tale comune impegno.
Gli scambi di visite ad alto livello e i numerosi eventi celebrativi che sono in corso, sia in Italia che in Giappone, forniscono il sigillo del 150° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali.
In questa occasione, desidero ricordare le ragioni che ci portano a celebrare il cammino finora compiuto. Ma soprattutto, con uno sguardo al futuro, esprimo la volontà di un impegno sempre più forte a rafforzare l’amicizia e la conoscenza tra i due popoli e a promuovere nuove opportunità di cooperazione e di successo comune.
Paolo GENTILONI
Desidero innanzitutto esprimere il mio più profondo cordoglio per quanti hanno perso la vita e grande vicinanza per coloro che sono rimasti feriti a seguito del tragico terremoto occorso ieri in Italia. Vorrei, altresì, rivolgere il più sentito auspicio per una quanto mai pronta ripresa.
Il 25 agosto 1866, con il Trattato di Amicizia e di Commercio, furono instaurate le relazioni diplomatiche tra Giappone e Italia. Quale Ministro degli Esteri, sono molto lieto che quest’oggi, a seguito di un duraturo legame di amicizia, ne celebriamo il 150° Anniversario. Nonostante la distanza geografica tra Giappone e Italia, non mancano elementi di reciproca fascinazione per i cittadini dei due Paesi.
Alla base degli ottimi rapporti instaurati vi sono diversi punti comuni: il territorio che si estende longitudinalmente, la splendida natura e la varietà culinaria che ne deriva, la ricca cultura e tradizione coltivate nel tempo. Anche il successo riscosso da numerose manifestazioni culturali celebrative organizzate quest’anno, quali le mostre “Leonardo Da Vinci”, in Giappone, e “Capolavori della scultura buddhista giapponese”, in corso a Roma, trova origine proprio nel raffinato amore per la cultura e l’arte che i due Paesi condividono. Innumerevoli sono poi gli aspetti in comune, compresi i temi da affrontare, quali le misure relative all’allungamento della vita media, alla scarsità di risorse, alla crescita economica o all’aggiustamento di bilancio.
In tale contesto, divengono sempre più strette le relazioni tra i nostri Paesi, uniti da valori fondamentali quali libertà, democrazia, diritti umani, stato di diritto e economia di mercato. Nonostante le distanze, il Primo Ministro Abe e il Presidente del Consiglio Renzi si sono recati rispettivamente in visita in Italia e in Giappone tre e due volte. Tre sono stati invece gli incontri tra me e il Ministro Gentiloni. Tra questi, il taglio della torta dedicata al 150° anniversario, predisposta dal Ministro Gentiloni in occasione della mia visita a Roma lo scorso marzo, è un caro ricordo, simbolo degli ottimi rapporti di amicizia tra i nostri Paesi.
Anche se si guarda all’economia, i due Paesi, dotati da uno spirito manifatturiero dal carattere artigianale, sanno entrambi coniugare tradizione e tecnologia all’avanguardia. E’ forse per questo che il “made in Italy” e il “made in Japan” vengono riconosciuti in quanto tali a livello mondiale come brand nazionali.
D’altra parte, essendo entrambi tra le maggiori potenze economiche mondiali, ancora ampio è il margine di sviluppo delle relazioni economiche tra i due Paesi. Giappone e Italia, 150 anni fa, instauravano relazioni diplomatiche perseguendo rapporti economici reciprocamente vantaggiosi, rivelatisi poi proficui per entrambi. Oggi, ripartendo da lì, auspico che si vadano sempre più intensificando gli scambi tra le nostre imprese rafforzando le relazioni economiche così da promuovere, ad esempio, la penetrazione congiunta nei mercati di Paesi terzi attraverso la cooperazione industriale.
Oltre l’ambito economico, negli ultimi anni si accresce l’importanza della nostra collaborazione anche in campo politico e della sicurezza. I tragici atti terroristici avvenuti a luglio in Bangladesh, provocando vittime sia giapponesi sia italiane, hanno riconfermato la necessità della reciproca solidarietà nell’impegno per la pace e la stabilità della comunità internazionale. Quest’anno, detenendo la presidenza del G7, il Giappone ha ospitato gli incontri ministeriali del G7, a partire da quello degli Esteri a Hiroshima, e il Vertice di Ise-Shima, mentre il prossimo anno sarà la volta dell’Italia. In tale contesto, il ruolo e le responsabilità del Giappone e dell’Italia per la pace, la stabilità e la prosperità mondiali divengono sempre più rilevanti. Essendo entrambe potenze responsabili in tal senso, accomunate da valori fondamentali, intendo rafforzare ulteriormente la collaborazione con l’Italia anche nell’ambito della sicurezza e della difesa, comprese le misure di contrasto al terrorismo.
In quest’ottica, un passo importante è l’entrata in vigore, nel giugno di quest’anno, dell’Accordo sulla Sicurezza dell’Informazione tra Giappone e Italia. Ritengo inoltre che vi siano vaste potenzialità di collaborazione anche in ambito dei trasferimenti di equipaggiamenti e tecnologia di difesa. Essendo entrambi Paesi di primo piano nell’industria manifatturiera, Giappone e Italia potrebbero generare un valore aggiunto attraverso una sinergia nel settore. Il governo giapponese, portando avanti con determinazione la collaborazione nel campo della difesa e della sicurezza, intende così, di pari passo con l’Italia, apportare un ulteriore contributo alla pace e alla stabilità mondiali.
In questi 150 anni abbiamo così costruito relazioni a più livelli in tutti i settori e ancora vaste sono le possibilità di consolidarle ulteriormente. Nell’anno del 150° Anniversario, intendo adoperarmi in prima persona per la promozione della collaborazione tra i due Paesi, la comprensione tra le rispettive cittadinanze e l’ulteriore sviluppo dei rapporti bilaterali.
FUMIO KISHIDA
I messaggi saranno pubblicati oggi sul Corriere della Sera e sul Mainichi Shimbun.