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Diplomazia culturale

L’Italia è un attore mondiale di primaria importanza nel settore culturale e la diplomazia culturale italiana fiancheggia da sempre la diplomazia in senso stretto.

Le relazioni culturali tra Italia e Giappone si fondano su basi solide, rafforzate e ampliate nel corso degli anni anche grazie all’azione di promozione e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale italiano condotta dall’Ambasciata e dagli Istituti Italiani di Cultura di Tokyo e Osaka che realizzano ogni anno decine di iniziative ed eventi per offrire la cultura italiana al pubblico giapponese. Questa ricca offerta culturale ha mantenuto, nel corso degli anni, livelli qualitativi particolarmente elevati ed ha alimentato il grande l’interesse e la passione dei giapponesi verso la nostra cultura.

L’apprezzamento dei giapponesi per l’arte, la letteratura, il cinema, il design, l’eleganza e la praticità degli oggetti di uso quotidiano (abiti, suppellettili, automobili, ecc.) e la cucina del nostro Paese, trova una premessa nella favorevole percezione del contributo artistico italiano nelle arti figurative fin dai secoli XVI e XVII che videro la tentata evangelizzazione dell’arcipelago. L’influenza in campo artistico dell’Italia fu confermta direttamente dalle ambascerie nipponiche svolte in Italia in quel periodo (Ito Mancio e Hasekura Tsunenaga).

Un’ulteriore positiva percezione in Giappone della cultura italiana è anche dovuta all’attività svolta in epoca Meiji da personalità quali l’incisore ligure Edoardo Chiossone e lo scultore siciliano Vincenzo Ragusa. Giunti in Giappone sul finire del XIX secolo, su invito del governo giapponese nel quadro della sua politica di accelerata modernizzazione e di assimilazione di modelli occidentali, i due artisti ebbero una grande influenza e contribuirono a formare una intera generazione di talenti e designer giapponesi dell’epoca.

Opere letterarie e teatrali di autori quali Luigi Pirandello e Gabriele d’Annunzio vennero tradotte, apprezzate e rappresentate in Giappone nei primi due decenni del XX secolo. Nel dopoguerra i film neorealisti italiani riempivano le sale cinematografiche nipponiche, ispirando molti giovani cineasti giapponesi di talento, alcuni dei quali (segnatamente i registi Kaneto Shindo e Yasuzō Masumura) furono allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. L’interesse dei giapponesi per il cinema italiano si è consolidato negli anni anche per le produzioni più recenti, che sono state presentate al pubblico nipponico ogni anno al Festival del Cinema Italiano. In campo musicale, e particolarmente in ambito operistico, le opere italiane sono regolarmente eseguite e rappresentate, e periodicamente godono di enorme popolarità le esibizioni in Giappone di compagnie ed orchestre dei teatri d’opera italiani. Tra gli altri, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Petruzzelli di Bari e il Teatro dell’Opera di Roma hanno riscosso enorme successo durante le loro numerose tournées in diverse città del Paese. Numerose le collaborazioni tra enti nipponici e italiani per la diffusione dell’Opera lirica. Ad esempio la Sawakami Opera Foundation ha da lungo tempo in essere una cooperazione con l’Orchestra Filarmonica di Bologna, mentre la Riccardo Muti Italian Opera Academy, sotto l’egida del Maestro Riccardo Muti (insignito del prestigioso Praemium Imperiale nel 2018), svolge una intensa attività in Giappone da diversi anni con concorsi e premi per giovani direttori d’orchestra giapponesi. La musica leggera italiana gode di una certa popolarità in Giappone nelle interpretazioni del repertorio più tradizionale della canzone italiana e partenopea in particolare.

Parimenti, molto popolari sono le esposizioni in Giappone di opere d’arte italiane. Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, ha avuto luogo dal 16 gennaio al 3 aprile 2016 la mostra “Botticelli e il suo tempo”, ospitata dal Museo metropolitano di Tokyo, con opere in prestito dai maggiori musei italiani. Presso lo Edo Tokyo Museum sono state esposte dal 16 gennaio al 10 aprile 2016 – nell’ambito di una esposizione monografica intitolata “Leonardo da Vinci, Beyond the visible” – ben 43 opere di Leonardo da Vinci tra cui “Codice sul volo degli uccelli” e la “Madonna dell’aspo Buccleuch”. Sempre nel corso della medesima ricorrenza, tra il 2016 e il 2017, ha avuto luogo l’esposizione di 11 dipinti del Caravaggio presso il Museo Nazionale d’Arte Occidentale di Tokyo. Inoltre, un’esposizione di 50 opere d’arte provenienti dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, illustranti una prospettiva panoramica sul periodo storico compreso tra il 1450 e il 1630, si è tenuta presso il National Art Center di Tokyo e presso il National Museum of Art di Osaka. Il mese di giugno 2018 ha visto un ulteriore apprezzamento della cultura italiana e del suo patrimonio storico-culturale con un’esposizione dedicata a Michelangelo (“Michelangelo and the Ideal Body”), che ha presentato oltre 70 opere dell’artista provenienti da musei italiani ed europei, alcune delle quali per la prima volta esposte in Asia e addirittura in assoluto al pubblico. Da ottobre 2018 a gennaio 2019, il Museo dell’Arte Occidentale di Ueno ha ospitato un’imponente mostra su Rubens e i suoi anni di formazione in Italia, con numerose opere prestate da musei ed enti italiani. Tale esposizione, che ha avuto oltre 300mila presenze, è stata visitata privatamente anche dalla coppia imperiale. Da ultimo, nel 2022 il Tokyo National Museum e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli hanno organizzato, in collaborazione con Asahi Shimbun e NHK,  la mostra “Pompeii” in esposizione a Tokyo, Kyoto Miyagi e Fukuoka. I numerosissimi visitatori hanno pututo ammirare tesori unici della collezione del Museo Archeologico di Napoli quali la Casa del Fauno, il Citarista e il Poeta Tragico.

L’architettura contemporanea italiana fece il suo dirompente ingresso in Giappone con il padiglione dell’Italia all’Esposizione Universale del 1970, tenutasi ad Osaka. Le ardite strutture realizzate prevalentemente in vetro ed acciaio, disegnate dallo Studio di Cesare Valle, destarono l’ammirazione dei giapponesi e dei visitatori stranieri, al punto che il nostro padiglione fu uno dei più popolari durante la manifestazione. Successivamente numerosi studenti giapponesi di architettura vennero a specializzarsi in Italia, ed alcuni dei nostri più quotati architetti ricevettero importanti ordini e riconoscimenti da committenti giapponesi. Forse l’opera più nota dell’architettura italiana in Giappone è il terminal dell’Aeroporto Internazionale del Kansai, inaugurato nel 1994 e firmato da Renzo Piano, a cui si deve anche il design della “Maison Hermès” di Tokyo, sede giapponese della omonima società francese aperta nel 2001. Alla penna dell’architetto Mario Bellini si devono altre opere di rilievo tra cui il “Tokyo Design Center”, lo “Yokohama Business Park”, la sede centrale della ditta giapponese di cosmetici “Arshoa” a Yamanashi, ed il complesso turistico-ricreativo multifunzionale “Risonare-Vivre Club” a Kobuchizawa. A Massimiliano Fuksas e a sua sorella Doriana si deve la “Armani Ginza Tower” di Tokyo, sede giapponese della nota casa di mode. La sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo porta la firma di Gae Aulenti.